Per introdurci al tema della Colonia, basata quest’anno sul Medioevo, Keo da ampio risalto alla figura di San Roberto, detto il ribelle perché non ha voluto accettare il destino di cavaliere e guerriero che suo padre, nobile cavaliere medioevale, aveva preparato per lui. Ci propone il Santo, che a quindici anni affronta suo padre dicendogli che non accetterà di essere ordinato cavaliere perché desidera diventare monaco. Il ragazzo riesce a esporre tanto chiaramente i suoi argomenti da convincere il padre a dare il suo consenso. Ecco un brano di questa conversazione tratto da questo libro
“Signore, sono stato educato dai monaci, ma da essi ho imparato molto più della grammatica, della retorica e della dialettica. Ho imparato che cos’è l’alta nobiltà. Voi avete dato molto ai poveri e agli affamati durante questi tre anni di carestia … però i monaci hanno dato di più … durante questi ultimi tre anni, la porta di Saint-Pierre–de-la-Celle è stata assiepata di affamati, ma non un sol povero si allontanò da quella porta a mani vuote. Per questo i monaci soffrirono la fame! Capite , signore? Essi soffrono la fame .. fu allora che cominciai a comprendere che non era necessario portare la maglia di ferro o impugnare l’asta o la spada per essere valoroso. Fu allora che capii che c’è una nobiltà più alta della stessa cavalleria!
Questa chiarezza, questo entusiasmo gli venivano dall’aver incontrato in Cristo una proposta tanto affascinante da far passare in secondo piano le promesse di gloria, onori e ricchezze che potevano derivare da una carriera di cavaliere. E noi? Siamo disposti a verificare se la proposta che ci fa Cristo oggi in questa compagnia può darci di più, può darci una vita più bella, più piena, magari anche più avventurosa?
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